Burbero...la storia!

Eh già. Da qualche parte siamo pur partiti, come tutti!
Andrea Deana
Co-Owner

Adesso si vede un quadrato tutto nero con 16 mq di logo tutto dipinto in bianco. Ma l’idea era proprio questa? Dai proviamo a raccontarvela.
2016, ecco dove abbiamo incominciato a ragionare su cosa voleva dire un Box CrossFit. Ci siamo allenati in Box meravigliosi, trainer preparatissimi con strutture super attrezzate. Questo sport per qualcuno di noi è stata una pura salvezza e quindi volevamo capire se potevamo trasferire questo aspetto agli altri, con un’idea “diversa”.
Abbiamo incominciato a ragionare da cosa veramente significava avere un Box, perchè si, da utenti, hai un’idea, a volte ben precisa, ma è evidente che ci sono aspetti nascosti, di solito i meno belli, che però costruiscono l’azienda.
Allora abbiamo aperto gli occhi su aspetti che nel normale saltavamo, e da li vedevamo un lavoro mostruoso da fare tutti i giorni, lavoro che però può cambiare la vita delle persone. Quindi lavori nascosti meno belli, tanti, si, ma che potevano fare la differenza. Mancava la struttura, il posto insomma. Lo davamo per scontato ma abbiamo subito visto che ogni capannone che guardavamo non rispecchiava le esigenze che volevamo avere. Non è stato facile. Poi cosi dal nulla si presenta davanti alle scuole medie a Bresso un capannone che si divideva, e diventava di 400 mq con una porzione “nuova”.

“Non c’era ancora un vero ingresso, si entrava da un buco sul muro dove ci ho strappato due giubbotti”

La prima immagine che abbiamo visto del Box? Eccola....

…fidatevi, dal vivo sembrava peggio, ma nelle nostri cervelli c’era quello che vedete ora, e direi per fortuna perchè di lavoro ce ne era una sacco.
A colpi di spazzettone, flessibile e tanta ma tanta voglia abbiamo, smantellato un soppalco enorme, e abbiamo eliminato tutto quello che c’era dentro, contate che era un magazzino e un deposito mezzi.
I tempi avanzavano e le cose da fare fortunatamente erano scalettate bene, si avanzava insomma. Gli spogliatoi, la struttura che mancava era il fulcro delle nostre energie, perchè senza non si poteva partire, ma tra fogne, scarichi delle docce, impianto elettrico erano tutti vincolati al tipo di struttura muraria volevamo avere. Tramite una delle attività del nostro Daisu abbiamo avuto la voglia di avere le pareti esterne in legno lamellare, belle, ma ragazzi, il montaggio è stato un cinema.

Purtroppo la nostra voglia di aprire ogni giorni si doveva scontare con una telefonata che iniziava “Andrea stai calmo” oppure “ ragazzi c’è da fare questa cosa che speravamo di evitare”. E tutto avanzava? Si, ma 4 mesi di lavori sono stati uno dei momenti più duri che abbiamo passato nelle nostre vite.
Però ragazzi…prendeva forma, ogni giorno aveva qualcosa di più.

Il logo, sembra un adesivo vero? Eh no. La seriocollective quando ci ha presentato come avrebbe predisposto il dipinto onestamente ci siamo fidati ma non credevamo che venisse cosi bene. 4 giorni, 13 ore al giorno, non pranzava, ragazzi ha semplicemente fatto un capolavoro, vi invitiamo ad andare a vedere i lavori che fanno, sono degli artisti…stop!
Una volta finito entrare da quel portone era un film per noi…uno spettacolo.

Quando diciamo che abbiamo fatto tutto noi, intendiamo, tranne gli spogliatoi, proprio tutto. Posizionare a pressione la pavimentazione…sfalsata, un lavoro assurdo. Il rig, notti a progettare con pochissime competenze AutoCAD, cercare un verniciatore, chiedere ad amici se potevano prestarci il furgone, prendere, portare, montare, avvitare, insomma, ragazzi abbiamo messo sudore dappertutto e questo ci mette in una posizione favorevole, sappiamo come sistemare qualsiasi cosa 🙂. Dobbiamo dare merito che lo staff ci ha aiutato un sacco, finivano di lavorare e venivano anche per un’oretta alle 20 a posare qualche piastrella di pavimentazione. Dove posizionare il rig, quanta attrezzatura acquistare, sembrano banalità ma possono avere dei riscontri esattamente contrari se sbagli. Ma anche qui lo staff non si è mai tirato indietro e i consigli erano all’ordine del giorno. Questa la parte chiamiamola “fisica” ma l’idea di cosa volevamo offrire era ben precisa e non è mai cambiata, e a scanso di apocalissi non cambierà mai, cioè creare un ambiente dove le persone si sentano a casa. Ci siamo riusciti? Non si smette mai di imparare e tutto è perfettibile ma vedere il gruppo di persone che si creato in soli tre anni possiamo sbilanciarci a dire SI.

Ecco il film

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